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VISITA SPECIALISTICA ORTOPEDICA DR GIUSTI

€ 130

VISITA SPECIALISTICA REUMATOLOGICA

€ 130

ECOGRAFIA MUSCOLO - TENDINEA

€ 80

INFILTRAZIONE ENDOARTICOLARE

€ 150

La visita Ortopedica 

La visita Ortopedica permette di studiare la struttura e la funzionalità dell’apparato locomotore per diagnosticare patologie acute, croniche o degenerative a carico della colonna vertebrale, degli arti superiori (spalla, gomito, mano e polso) o degli arti inferiori (anca, ginocchio, piede e caviglia). 

Fra le più frequenti sono incluse l' artrosi, i problemi al menisco, le lesioni ai legamenti del ginocchio e della cuffia dei rotatori, la sindrome del tunnel carpale, l' alluce valgo, il neuroma di Morton, la sindrome da compressione del nervo ulnare e la fascite plantare. Inoltre la visita ortopedica può essere utile in seguito a traumi che possono aver leso le strutture dell’apparato locomotore. 

Prima di procedere con un intervento chirurgico l'ortopedico cerca, se possibile, di risolvere il problema con approcci meno invasivi, come la prescrizione di farmaci o di iniezioni specifiche, la riabilitazione o la fisioterapia. Quando questi trattamenti non sono più sufficienti a controllare i sintomi può diventare indispensabile ricorrere alla chirurgia.

 

Specialista: Dr. Egidio Giusti

 

La Reumatologia

La Reumatologia è la branca della medicina che si occupa delle malattie reumatiche, patologie caratterizzate dall'infiammazione di articolazioni, muscoli, ossa e, a volte, altri organi interni (reni, polmoni, vasi sanguigni e cervello). Una volta diagnosticata, la malattia reumatica va trattata e soprattutto gestita in modo da assicurare al paziente la migliore qualità di vita possibile. Individuare una malattia reumatica per tempo consente di ridurre al minimo le sue complicazioni a lungo termine; lo specialista non solo prescriverà farmaci, trattamenti ed altre visite specialistiche, ma indicherà anche all’ interessato ed ai suoi familiari il modo migliore per convivere con disturbi di tipo cronico.

Campanello d' allarme per la presenza di disturbi reumatici sono sintomi inizialmente leggeri e banali quali dolori articolari e muscolari persistenti, dolore lombare, rigidità osteoarticolare e lombalgia, gonfiore, mani fredde, secchezza oculare, difficoltà a respirare, febbre e stanchezza sono sintomi che contraddistinguono i disturbi reumatici  quando interessano anche gli organi interni. Tuttavia, sono ancora sottovalutate dalla maggioranza dei cittadini che a volte credono  si tratti solo di dolori provocati dall’età o dal clima. Anche per questi motivi, troppe diagnosi vengono formulate quando ormai è troppo tardi.

Differenza tra artrosi e artrite

Artrosi e Artrite, due patologie molto diverse tra loro ma che spesso vengono confuse. Infatti, entrambe rientrano nella più ampia categoria delle malattie reumatiche, entrambe interessano le articolazioni ed entrambe sono caratterizzate da dolore accompagnato da rigidità e limitazione dei movimenti. Sono proprio queste somiglianze a generare talvolta confusione tra le due ed a far si che vengano scambiate l'una per l' altra. In realtà, si tratta di due problematiche ben distinte con diversa origine, diverse cure e diverse modalità di prevenzione.

Anche l'età dei soggetti colpiti è diversa: se l' Artrite, infatti, è un'infiammazione che può colpire chiunque, l' Artrosi arriva con l' età ed è una malattia degenerativa della cartilagine articolare, che insorge dopo i 50 anni e può essere debilitante; infatti, con l'indebolimento della cartilagine, provoca limitazioni nella vita quotidiana delle persone variabili da individuo a individuo.

L' Artrite è invece un' infiammazione dell' articolazione che può essere causata da diversi fattori e può svilupparsi ad ogni età, anche nei bambini. Nell' insorgenza, l' artrite è molto più rapida dell' Artrosi e coinvolge la membrana sinoviale ( lo strato di rivestimento interno della capsula articolare) per poi colpire e distruggere, solo in un secondo momento, la cartilagine. Caratteristica dell' artrite è un aumento della temperatura nell' area colpita e dolori che possono comportare anche la perdita della capacità motoria delle articolazioni interessate; una limitazione funzionale che ha un impatto negativo sulla qualità di vita.

Ecografia muscolo-tendinea ed articolare

L' ecografia articolare è in grado di valutare, con discreta precisione, le strutture articolari (cartilagini, menischi e membrane sinoviali) e periarticolari (tendini e legamenti), la presenza di versamento articolare (di natura traumatica o flogistica), ispessimenti della sinovia come ad esempio in alcune patologie reumatiche, ematomi e la distensione dei recessi articolari o borse.

Le articolazioni accessibili allo studio ecografico sono l'articolazione della spalla, la sterno-claveare, l'articolazione del gomito, della mano e del polso, dell'anca, del ginocchio e della caviglia. Per quanto riguarda il piede, oltre allo studio delle sue articolazioni, l'esame ecografico viene richiesto, come primo step, nel sospetto di neuroma di Morton. L'esame può essere eseguito sia in condizioni basali che in dinamica.

L'ecografia muscolo-tendinea è un esame di semplice esecuzione che permette di studiare le strutture muscolari, la regione mio-tendinea e i tendini e viene richiesta nel sospetto di lesioni, distrazioni, elongazioni del muscolo o, come primo esame, nel caso di masse muscolari. Per quanto riguarda i tendini, lo studio ecografico viene richiesto in caso di sospette tendiniti, tenosinoviti, tendinosi, lesioni traumatiche e in caso di formazioni tendinee e peritendinee.L'esame viene eseguito in condizioni basali e in dinamica.Questa metodica può essere particolarmente utile a chi pratica molto sport e soffre di dolori muscolari e articolari. Al fne di una buona valutazione non è necessaria alcuna preparazione all'esame. Opportuno sempre esibire i precedenti controlli e la documentazione clinica.

Infiltrazioni Endoarticolari

Le infiltrazioni di acido jaluronico o altre sostanze cortisoniche sono indicate quando l' articolazione è colpita da un'artrosi che genera dolore; infatti riduce la viscoelasticità del liquido sinoviale ed origina uno scompenso del metabolismo dell' acido jaluronico presente fisiologicamente nell' articolazione.

Raggiungendo il sito lesionato, l'infiltrazione riduce il dolore ed il processo infiammatorio, oltre a migliorare la meccanica dell' articolazione. Questo intervento ambulatoriale deve essere eseguito negli stadi iniziali e su un'articolazione non infiammata perchè la presenza di enzimi litici impedisce gli effetti benefici. Le infiltrazioni si utilizzano anche in ambito sportivo poichè aiutano la sofferenza cartilaginea. Dopo il trattamento può manifestarsi un leggero gonfiore transitorio che svanisce rapidamente.

La durata delle infiltrazioni con acido jaluronico è variabile, tanto da mostrare i suoi effetti benefici anche dopo 7/8 mesi.

Distorsione

La distorsione è un danno a un'articolazione provocata da un trauma con allungamento o rottura dei legamenti. Le cause del trauma sono, perlopiù, dovute a movimenti bruschi di torsione e rotazione, solitamente durante una pratica sportiva o lavorativa. Caviglia, ginocchio e spalla sono le articolazioni più frequentemente colpite da distorsione, anche se tutte le articolazioni del corpo possono essere interessate.

Tre sono i gradi in cui viene classificata la distorsione:
1° grado: quando non si ravvisa la rottura dei legamenti, ma solo lo stiramento.
2° grado: quando i legamenti della capsula articolare si rompono completamente o parzialmente, ma l’articolazione è ancora stabile,
3° grado: riguarda le lacerazioni capsulo-legamentose più gravi, che causano l'instabilità dell'articolazione per eccessivo allontanamento e dislocazione dei capi articolari

L' articolazione distorta deve essere immobilizzata per un periodo variabile in relazione all’entità del danno. È possibile utilizzare bendaggi, tutori o gesso. Solitamente è somministrata una terapia anti-infiammatoria e antidolorifica. In alcuni casi, può essere indicata anche una terapia antitrombotica. Le lesioni di 3° grado, più gravi, di solito richiedono un trattamento chirurgico.
Per il ripristino completo della funzionalità articolare, risolta la prima fase acuta o dopo un intervento chirurgico, è indispensabile sottoporsi a un programma riabilitativo.

Lussazione della spalla e riabilitazione

La lussazione della spalla è un infortunio a carico dell‘ articolazione gleno-omerale e che consiste nella perdita permanente del rapporto anatomico tra le superfici articolari, testa dell'omero e cavità glenoidea. In occasione di una lussazione di spalla, infatti, la testa dell'omero sguscia permanentemente al di fuori della cavità glenoidea, interrompendo in questo modo il fisiologico rapporto anatomico esistente tra le due superfici articolari.
A caratterizzare l'evento di lussazione di spalla sono: la presenza di una deformità anatomica a livello della zona infortunata, forte dolore, grave limitazione della mobilità articolare e gonfiore; se l'infortunio ha coinvolto anche i nervi. Per una diagnosi accurata di lussazione di spalla sono fondamentali le indagini cliniche (esame obiettivi e anamnesi) e la diagnostica per immagini (radiografia della spalla e risonanza magnetica).
Il trattamento della lussazione di spalla prevede, innanzitutto, la cosiddetta manovra di riduzione, tramite cui l'ortopedico ripristina la normale anatomia articolare; dopodiché, prosegue con un periodo di immobilizzazione di alcune settimane; infine, a seconda della gravità dei danni articolari, si conclude con un programma ragionato di riabilitazione o con l'intervento chirurgico.

Se al termine della riabilitazione fisioterapica la spalla risultasse ancora dolente, tanto da compromettere la qualità di vita del paziente, sussistono le basi per considerare il ricorso alla terapia chirurgica.

L'intervento chirurgico varia in funzione del danno che la lussazione ha procurato a suo tempo: potrebbe essere rivolto alla riparazione del cercine glenoideo, qualora ci fosse una lesione grave a questa componente; potrebbe riguardare i tendini della cuffia dei rotatori, se la lesione a loro carico fosse particolarmente severa.

Dopo l'operazione chirurgica, è previsto un periodo di riabilitazione fisioterapica che in genere dura 5-6 mesi: si tratta di una parte fondamentale del piano terapeutico, che incide profondamente sul buon esito del solo intervento chirurgico.

Lussazione dell' anca

La lussazione dell'anca è l'infortunio, a carico dell'articolazione dell'anca, caratterizzato dalla fuoriuscita della testa del femore dall'acetabolo dell'osso iliaco. Gli episodi di lussazione dell'anca costituiscono delle emergenze mediche, pertanto richiedono un trattamento immediato.

E' bene ricordare che la lussazione dell' anca è in genere di origine traumatica, cioè lussazione successiva ad un trauma, ma esiste anche una lussazione congenita all' anca o displasia congenita la cui insorgenza è legata ad una anomalia nello sviluppo.

In medicina, i termini lussazione e distorsione indicano due patologie delle articolazioni nettamente diverse tra loro. Infatti, mentre nella lussazione la modificazione articolare è permanente e comporta la perdita di contatto tra le porzioni ossee che formano l'articolazione interessata, nella distorsione la modificazione anatomica dell'articolazione colpita è temporanea. La terapia chirurgica di una grave lussazione dell'anca può prevedere interventi terapeutici su ossa fratturate (acetabolo e/o testa del femore), interventi terapeutici su nervi, muscoli e/o tendini danneggiati passanti in prossimità dell'anca, la rimozione di frammenti ossei isolati ecc.
Gli interventi chirurgici per la cura di una lussazione dell'anca sono operazioni invasive, che richiedono il ricorso all'anestesia generale.

Frattura ossea

La frattura ossea è un' interruzione nella continuità di un osso in due o più parti che vengono chiamati monconi di frattura, mentre la fessura che si crea fra di essi è chiamata rima di frattura. Nel caso di un trauma, l' osso si frattura quando il trauma h entità tale dasuperare i limiti di resistenza dell' osso stesso.Nel primo caso l'osso si frattura nel punto in cui viene applicata la forza. In caso di trauma indiretto, invece, la frattura si manifesta ad una certa distanza dal punto di applicazione della forza, la quale si propaga lungo la catena cinetica di un arto o della colonna vertebrale fino a raggiungere la sede di frattura.

In entrambi i casi le forze applicate possono essere di distorsione, di flessione o di strappo. Se l'osso è minato da un processo patologico, tali forze possono creare una frattura pur essendo irrisorie o di modesta entità, si parla in questi casi di fratture patologiche (tipiche degli anziani, come l' osteoporosi).

Esistono poi fratture da stress o da sovraccarico funzionale determinate dalla ripetizionedi continue sollecitazioni sull'osso (tipico esempio è la frattura da marcia o deimarciatori che interessa il secondo metatarso). Le fratture possono essere inoltrecausate da una brusca e violenta contrazione muscolare che determina un distacco osseo in corrispondenza dell'inserzione tendinea del muscolo stesso.

Il Menisco

Il ginocchio è la più grande articolazione del corpo umano e anche una delle più complesse. Poichè si usa così tanto, è anche più vulnerabile al danno. Essa è fatta da tante parti quindi molte cose diverse possono andare storte. Le lesioni meniscali sono tra le più comuni lesioni del ginocchio. Gli atleti, in particolare quelli che praticano sport di contatto come il calcio, sono più a rischio di lesioni meniscali. Tuttavia, chiunque a qualsiasi età può rompersi un menisco. 

Il menisco non è altro che una sorta di cuscinetto formato da 2 pezzi di fibro-cartilagine a forma di cuneo che agiscono come "ammortizzatori" tra il femore e la tibia. Essi assomigliano alle guarnizioni comuni come quelle di un rubinetto e sono fatti a forma di "C", sono duri e gommosi e aiutano ad attutire i carichi del ginocchio e a mantenerlo stabile.

Chirurgia Ortopedica per spalla, ginocchio, bacino, anca

La Chirurgia Ortopedica è un settore della Chirurgia il cui fine è quello di risolvere vari disturbi dell’ apparato scheletrico e locomotore (o di diminuirne i sintomi). I problemi di cui si occupa possono affliggere le ossa, le strutture cartilaginee o le articolazioni e principalmente sono:

  • Lesioni del piede: metatarsalgia, alluce valgo, piede cavo, piede piatto, dita a martello
  • Lesioni della mano: per esempio la rottura dell’osso scafoide, la lesione del tunnel carpale, la sindrome di De Quervain, l’artrosi del pollice (rizoartrosi), la tenosinovite stenosante (dito a scatto);
  • Lesioni del ginocchio, del menisco e dei legamenti
  • Artrosi del ginocchio;
  • Lesioni della spalla (per esempio della cuffia dei rotatori 
  • Lesioni dell’anca (per esempio l’artrosi dell’anca);
  • Tutti i tipi di lesioni traumatiche.

 

 

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